Punta Campanella è l’estrema punta della Penisola Sorrentina, sorgeva forse qui il tempio greco dedicato alle sirene, la cui fondazione mitica è attribuita a Ulisse.

Come arrivare a Punta Campanella

Una piacevole escursione a piedi è l’unico modo per raggiungere Punta Campanella, attraverso un percorso di circa un’ora sul versante nord del Promontorium Minervae, che separa il golfo di Napoli dal golfo di Salerno. Il tratto rientra nel Sentiero di Athena, circuito ad anello che collega Punta Campanella al Monte San Costanzo.

Da piazza Santa Croce a Termini si imbocca via Campanella. Dopo circa 400 metri al bivio si prosegue a destra verso l’antica via Minerva, una mulattiera greco-romana costruita nel IV sec. a.C. e ancora parzialmente pavimentata con il basolato romano. Lungo la discesa, si trova sulla destra una deviazione per la Cala di Mitigliano, un’insenatura con una spiaggetta in ciottoli con vista su Capri. Ma per Punta Campanella si prosegue sempre dritto.

La vegetazione si fa via via più rada e si comincia a intravedere l’isola di Capri, mentre sulla destra compare la Torre di Fossa di Papa. La strada si fa quindi più ripida e mostra un tappeto di asfalto che dal 1962 ricopre tratti ben conservati del pavimento romano.

La torre Minerva , tra storia e religione

Finalmente si vedono apparire la torre e il faro di Punta Campanella: la torre, in tufo grigio, sorge sul sito che probabilmente ospitava nell’antichità un tempio dedicato ad Athena – Minerva, fondato dai greci ed ereditato poi dai romani. La presenza di un tempio è attestata dai ruderi archeologici tuttora visibili intorno alla torre.

La torre, nota anche come Torre Minerva, fu costruita su ordine di Roberto d’Angiò tra il 1334 e il 1335 e poi rifatta nel 1556 dopo la sua distruzione per mano dei Turchi. Situata in posizione strategica, la torre serviva per l’avvistamento dei pirati e faceva parte di un sistema di torri di guardia e di difesa costruito lungo tutta la costa e l’interno della Penisola Sorrentina. Su di essa veniva fatta suonare una campana in caso di allarme e questo è probabilmente l’origine del nome di Punta Campanella.

Vista da qui, Capri appare così vicina che sembra di poterla toccare.

Sul lato sinistro della torre, una discesa conduce con non poche difficoltà alla Grotta delle Sirene, a metà strada è scolpita un’epigrafe rupestre in lingua osca della prima metà del II sec. a. C., a dimostrazione della presenza di popolazioni italiche in una zona da sempre ritenuta occupata dai greci.

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