Località: Massa centro

L’Arciconfraternita della Morte ed Orazione di Massa Lubrense si riuniva, fino al 1746, in un locale attiguo al campanile della Cattedrale, dopo essersi spostata dalla sagrestia della ex-cattedrale.

Composizione iniziale e successive modifiche

Nella seconda metà del settecento si ci pose il problema di ingrandire la cappella confraternale eretta pochi decenni prima e già insufficiente, soprattutto alla luce della crescita numerica del sodalizio.

La Cappella in origine era lunga poco più di 7 metri, effettivamente inadatta ad ospitare i Confratelli e il popolo: si pensi che durante la novena dei Morti erano tantissimi i frequentatori dell’oratorio.

Avendo il Sovrano accordato il suo regaleconsenso nel 1782, i Confratelli della congregazione deliberarono di demolirla comprando la Cappella e l’anno seguente ricostruirla più ampia. Attualmente l’oratorio si presenta come una costruzione a pianta rettangolare larga 4 metri e mezzo e lunga 21 metri e mezzo, sita accosto al Campanile della ex Cattedrale di S. Maria delle Grazie.

Opere e decorazioni presenti nell’arciconfraternita

Di rilevante importanza è il pavimento di maioliche policrome, opera dell’artista napoletano Ignazio Chiaiese: è decorato a festoni, tralci e cartocci di fiori e frutta, ma purtroppo lo stato di usura dell’ingresso e della striscia mediana verso I’altare non consente di apprezzare, se non per pochi elementi, la decorazione relativa alla simbologia dell’Arciconfraternita. Dietro l’altare è posto il Coro, con antichi stalli di legno e pavimento maiolicato, mentre di recentesono stati rifatti gli scanni. L’altare maggiore, in eleganti marmi policromi, è opera dei celebri marmisti Adamo di Napoli. Il suo acquisto fu frutto dell’intuito e della fortuna del priore Alessandro Maggio (seconda metà ‘700): rimasto invenduto per un ordine disdetto,infatti, fu accaparrato dalla confraternita massese per soli 500 ducati, nonostante valesse molto di più.

Sullo stallo destinato al Priore si trova una piccola tela di 82x70cm con l’unico ritratto esistente di Padre Vincenzo Maggio fondatore, oltre che del Monte dei Morti, del vasto Collegio dei Gesuiti in Via Roma, più familiarmente oggi conosciuto come “il Quartiere”. La pala d’altare della Cappella è un dipinto di circa 180x140cm presumibilmente del 18mo secolo: di ignota mano ma di discreta fattura, raffigura il Salvatore che riscatta le anime purganti con il suo sangue. Dalla Sagrestia, ove si conserva un quadro di metri 1,80×2,10 che rappresenta la Maddalena con anime purganti (alla Maddalena era dedicata la primaria sede del Monte, che sorgeva nei pressi del Collegio del Gesù), si scende nella suggestiva terrasanta, estesa quanto la soprastante Cappella dove sono custodie due bare di legno dipinto, di antica fattura, ma non in buono stato di conservazione, che venivano utilizzate per il trasporto e il seppellimento gratuito delle salme dei confratelli o dei bisognosi. Sulla Cantoria vi è tutt’ora l’organo in legno dorato e colorato del ‘700, ancora funzionante ma bisognoso di restauro.