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A Napoli sulle tracce dei Massesi – Passeggiate di primavera

Si conclude a Napoli il ciclo delle “Passeggiate di primavera” organizzate dalla Pro Loco Massa Lubrense con il patrocinio e il contributo del Comune di Massa Lubrense – Assessorato al Turismo.

L’appuntamento è per domenica 28 maggio per una gita tanto bella quanto inusuale: andremo alla ricerca dei luoghi e e delle persone massesi che hanno dato lustro alla città partenopea.

Per scoprire i luoghi massesi a Napoli si partirà proprio da Massa centro; è infatti nell’ex Cattedrale Santa Maria delle Grazie che si trova la testimonianza più bella e più significativa del legame tra Massa e Napoli: il pavimento del Chiaiese che raffigura, già secoli addietro, sia il porto di Massa Lubrense che calata Porta di Massa a Napoli; questa testimonianza sembra far da suggello all’importanza che il commercio massese rivestiva nella città partenopea.

Dopo la breve visita alla Chiesa partiremo alla volta di Napoli: alla Porta di Massa, e da quì andremo sulle tracce dei massesi.

Il primo luogo che visiteremo è la Chiesa di San Pietro in Vinculis, oggi abbastanza malridotta. Fu fondata nel XV sec. e, nel 1500, restaurata ad opera di Lucio Giovanni Scoppa, oriundo massese e celebre matematico. Questa istituzione divenne anche luogo di riunione del Pio Monte dei Poveri di Massa ed ebbe, tra l’altro, l’ importante compito di finanziare il riscatto dei massesi che furono deportati dai Turchi nel 1558; in quell’ occasione aitò anche il Comune( che allora si chiamava Università) a rinforzare le difese murarie.

Proseguiremo poi lungo via Bartolomeo Capasso dove sorgeva uno dei monasteri più grandi del Mezzogiorno: quello dei Santi Severino e Sossio. Fù costruito nel X sec. Una parte dell’edificio è adibito, dal 1835, all’Archivio di Stato, diretto a lungo da Riccardo Filangieri, ma la nostra attenzione si focalizzerà sulla Chiesa, costruita sulla fine del 400, ed eccezionalmente aperta dal Touring Club, dove troveremo tracce dei massesi sia nelle opere che nelle lastre funerarie.

La nostra visita terminerà poi al Duomo di Napoli dove, nella Cappella del Tesoro di San Gennaro spicca l’ opera di un grande artista massese: Gian Domenico Vinaccia, autore del paliotto argenteo dell’ altare della cappella. Il paliotto raffigura, in argento puro, tre scene del Santo Patrono di Napoli: la decollazione, la traslazione delle ossa del Santo da Monte Vergine a Napoli, la raccolta, ad opera di una donna, del sangue miracoloso. Pare che lo stesso Vinaccia si sia autoritratto in una delle scene.

Questa volta ad affiancare Romina Amitrano e Amalia Guarracino in quest’avvincente viaggio, che tocca solo alcuni dei luoghi massesi, in quanto l’intera città è ricca di testimonianze, un “Cicerone” d’eccezione, un vero innamorato e cultore dei luoghi e della storia lubrense: Gennaro Galano, laureato in storia e dirigente Archeoclub.