Località: Annunziata
La piazza della frazione Annunziata è caratterizzata dalla facciata discreta ma affascinante della chiesa dedicata alla Vergine e dall’imponente mole del convento adiacente. La grandezza di quest’ultimo si svela solo parzialmente dalla strada, rivelando appieno la sua estensione solo dall’alto, dalla sommità del Castello dell’Annunziata.
L’origine della Chiesa dell’Annunziata
L’origine di questa chiesa è incerta. Presumibilmente, fu costruita nel luogo in cui sorgeva la “Major Ecclesia Lubrensis”, la cattedrale distrutta da Ferrante II d’Aragona nel 1465 per punire l’opposizione dei massesi al suo progetto egemonico.
Marco Cangiano ripristinò l’edificio preesistente, o ciò che ne rimaneva, alla fine del XVI secolo. Contemporaneamente fu fondato l’annesso conservatorio per fanciulle povere chiamato “Ave gratia plena”.
Negli anni ’30 del XX secolo, l’intero complesso fu abbandonato. Solo negli anni ’50 i frati Minimi di San Francesco di Paola ottennero in enfiteusi l’intero complesso, trasformandolo, dopo complessi lavori, in una Scuola Apostolica.
L’attuale aspetto decorativo dell’edificio risale al Settecento. Come indicato sull’epigrafe della porta d’ingresso, datata 26 agosto 1749, la badessa Maria Cristina Romano ne condusse il rifacimento e la chiesa fu benedetta da mons. Liborio Pisani.
Composizione e decorazioni presenti
La facciata a capanna presenta un affresco raffigurante l’Annunciazione sopra il portale d’ingresso, databile alla metà del 1500.
L’interno della Chiesa dell’Annunziata si compone di una sola navata con quattro cappelle su ciascun lato, mentre la copertura è a volta.
Stucchi bianchi riccamente decorati impreziosiscono l’intera struttura, arricchita da dettagli naturalistici e teste di cherubini risalenti al tardo Seicento. Nel corso del XVIII secolo, interventi importanti includono l’installazione di grate in ferro battuto dietro l’altare e grate lignee sulla controfacciata.
Il magnifico altare marmoreo risale allo stesso periodo ed è ritenuto opera della bottega di Giuseppe Sammartino, celebre scultore del “Cristo Velato”. Presenta due angeli paffuti alle estremità che reggono le volute di capoaltare, oltre a un rilievo centrale raffigurante l’Annunciazione.
L’altare è sormontato dalla tela dell’Annunciazione, attribuibile a Nicola Malinconico, con lo stemma della badessa Maria Cristina Romano. Il pavimento della navata, formato da mattonelle marmoree e tozzetti rossi, completa l’ambientazione.
Tra le opere antecedenti al rifacimento settecentesco, spicca la pala della Madonna del Rosario e Misteri. Si trova nella prima cappella a sinistra ed è opera del pittore Silvestro Buono, del XVI secolo. La cappella fondata da Marco Cangiano nel 1582, dedicata a “Tutti i Santi”, ospitava un tempo una tavola di Andrea da Salerno sostituita da una tela raffigurante San Giuseppe. Altre due cappelle sul lato sinistro sono dedicate a Sant’Anna e alla Beata Vergine delle Grazie.
Il lato sinistro, simmetrico a quello destro, ospita la cappella dello Spirito Santo, di proprietà della Famiglia de Mitrano, con una tela della Pentecoste commissionata nel 1650. La cappella del Pio Monte, fondata da Prospero Turbolo nel 1586, presenta un altare marmoreo e una tela raffigurante l’Addolorata con i Santi Matteo e Giuseppe, opera di Paolo de Majo nel XVIII secolo.
Il lato destro si conclude con due cappelle: quella del Crocifisso, fondata da Suor Antonia de Marino e patronato della Famiglia Della Noce, e la cappella dell’Immacolata, con un pavimento ascrivibile a Ignazio Chiajese, nonostante un recente montaggio.